Assemblea a partire dalle 7 di lunedì mattina nello stabilimento Ilva di Cornigliano dopo l'apertura da parte di ArcelorMittal della procedura per la cassa integrazione che coinvolgerebbe secondo l'ipotesi dell'azienda 130 lavoratori su mille per 13 settimane. "E' inaccettabile che Mittal abbia aperto le procedure per la cassa a Genova e Novi Ligure e che speri che l'emergenza coronavirus smorzi le proteste dice il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro. "Azienda e governo hanno trovato l'accordo, con l'unico interesse di uscire dalla causa e garantirsi il possibile divorzio consensuale, e le conseguenze vengono scaricate sui lavoratori. Non c'entra niente la crisi di mercato: vogliono disimpegnarsi dalla siderurgia in Italia e quindi con gravissime ripercussioni anche su Genova e Novi Ligure. E' una vergogna".
ArcelorMittal nega ai lavoratori l'assemblea convocata per lunedì mattina spiegando che per ottemperare al decreto dell'esecutivo sull'emergenza sanitaria le assemblee potranno svolgersi solo a partire dal 4 aprile.. "Questa è la prova del cinismo e dell'arroganza dell'azienda - commenta Manganaro - che utilizza coscientemente il coronavirus per impedire ai lavoratori di difendersi dalla loro prepotenza". Per la Fiom si tratta di un tentativo di "impedire che i lavoratori siano informati e decidano come reagire alle provocazioni aziendali visto che non abbiamo visto provvedimenti simili rispetto alle mense o agli spogliatoi per esempio". La risposta dei lavoratori è quella di darsi appuntamento comunque lunedì 7 febbraio alle 7 davanti alla fabbrica e decidere che iniziative intraprendere. "Hanno fatto male i loro calcoli - dice Manganaro - lotteremo comunque contro il tentativo che hanno messo in atto di far morire la fabbrica".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA