"Lo spaccio nei vicoli è mutato.
Non ci sono più i disperati che arrivavano con i barconi, ma ci
sono veri e propri gruppi organizzati che si sono spartiti il
territorio, anche in modo violento". Lo dice il procuratore capo
di Genova Francesco Cozzi in merito a lamentele ed esposti di
cittadini che hanno denunciato come spaccio e criminalità non
siano cessate con il lockdown. "Il centro storico, però, non è
abbandonato. Ma il livello di sopportazione di chi ci vive e ci
lavora ha superato il limite e la situazione non è più
tollerabile", sottolinea Cozzi. "La gente si è sentita
doppiamente vessata: bloccati in casa, col permesso di uscire
solo con l'autocertificazione e per comprovati motivi, e per
strada capannelli di spacciatori".
La procura monitora da tempo lo spaccio nei vicoli e ha
portato avanti numerose operazioni, come quella della squadra
mobile con gli arresti differiti, o con l'applicazione
dell'aggravante della minorata difesa delle forze dell'ordine.
"Negli ultimi tempi - spiega il procuratore - con la riduzione
degli sbarchi abbiamo notato che ci sono gruppi più strutturati
di spacciatori, senegalesi o nigeriani, che hanno marcato il
territorio e se lo sono presi".
"Oltre alla repressione e all'intervento delle forze
dell'ordine e della magistratura - conclude Cozzi - ci vogliono
anche forti iniziative da parte della politica. Bisogna fare in
modo che le attività lecite "occupino" quel territorio. Perché
dove avanza la legalità recede il marcio e l'illegalità".
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