"Grazie Genova città bella ed esigente, perché mi hai accolto come tuo Pastore e insieme abbiamo camminato. Alle spalle hai i monti e davanti hai davanti il mare. Guarda questi monti che ti hanno protetta nei secoli, e che oggi devi attraversare con velocità e sicurezza per aprirti all'Europa. Guarda il tuo mare che ti invita da secoli ad osare e a essere città aperta". Così il cardinale Angelo Bagnasco, amministratore apostolico di Genova nell'omelia pronunciata nella cattedrale di San Lorenzo, durante la celebrazione di saluto alla diocesi ed alla città dopo 14 anni da guida pastorale. Nel 'discorso di saluto' (il cardinale rimarrà in città') Bagnasco ha voluto ricordare due temi centrali nel suo mandato, quello delle infrastrutture determinanti per la crescita e il benessere della città e l'essere città accogliente Nell'omelia, il porporato ha rivolto un saluto ai bambini (" sappiate ringraziare e siate docili con a chi vi ama con amore puro") agli adolescenti (" non abbiate paura delle vostre interiori turbolenze"), ai giovani (" la cultura di oggi non vuole che siate persone consapevoli e libere, ma ricordate: solo la verità libera da menzogne e miti, e la verità è Cristo"), alle famiglie ("non siete qualcosa da sostentare, ma la prima realtà su cui investire, senza di voi non c'è futuro"), agli adulti ("non è importante sentirvi importanti, ma essere utili"), agli anziani (" non siete nostalgici narratori del passato, ma depositari di una saggezza che indica ciò che vale"), ai sacerdoti ("confratelli ed amici, grazie per la pazienza che avete avuto e per la benevolenza con cui mi avete accolto"), alle istituzioni ("che da 14 anni guardano l'Arcivescovo e la Diocesi con benevolenza e fiducia, esprimo la mia commossa gratitudine").
La cerimonia si è svolta nel rispetto delel norme anti covid con solo 200 presente in cattedrale, mentre due maxischermi sono stati montati nelle chiese di Santa Maria assunta di Carignano e di Santa Zita dove hanno potuto assistere 200 persone da una parte e 200 dall'altra. Fedeli che Bagnasco ha poi incontrato per un saluto.
Il porporato ha ricordato l'impegno della chiesa genovese per il mondo del lavoro: "Cari lavoratori, se sarò considerato vostro amico sarà per me un onore: la vostra vicinanza mi ha ricordato il duro lavoro di mio padre in fabbrica, e di mio nonno nel nostro porto".
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