Le condotte di Castellucci, per i giudici del Riesame che hanno messo in libertà l'ex Ad di Autostrade e Atlantia nell'ambito dell'inchiesta sulle barriere anti rumore difettose delle autostrade, non erano finalizzate solo a compiacere gli azionisti di maggioranza, ma anche per un proprio tornaconto economico. Le condotte erano "tutte volte a una poliedrica e persistente politica del profitto aziendale, soprattutto risparmiando le spese dovute, ma anche cercando di imputarle a capitoli non pertinenti perché potessero in parte detratte dai debiti verso la controparte". Scrivono i giudici: "I soddisfatti azionisti di maggioranza lo compensavano adeguatamente: già nel 2010 riceveva compensi per oltre un milione e 250mila euro all'anno per Aspi e 750mila per Atlantia". Per i giudici del Riesame dai comportamenti di Castellucci "emerge un quadro di totale mancanza di scrupoli per la vita e l'integrità degli utenti delle autostrade". Inoltre emerge che il manager è anche indagato per tentata truffa sulle spese per rimediare agli errori di progettazione delle barriere fonoassorbenti fatte passare come migliorie.
Intanto emerge dalle carte che Castellucci è indagato dalla procura di Genova anche per la vicenda delle gallerie, inchiesta aperta dopo il crollo della volta della galleria Bertè in A26 la Genova - Gravellona Toce il 30 dicembre dell'anno scorso. Quella sera caddero oltre due tonnellate di cemento, nessun mezzo rimase coinvolto.
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