Quello di quest'anno "sarà un
Natale con qualche ristrettezza in più, forzatamente più sobrio
e per tante persone sarà anche in solitudine". Per questo, "chi
ne ha la possibilità, aiuti chi è più povero e chi più possiede
forza e coraggio sostenga chi è debole e solo". È l'appello che
l'arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca, rivolge ai
fedeli genovesi nel suo primo messaggio natalizio rivolto "alla
Chiesa e alla Città" nel quale ricorda che "la nostra Diocesi ha
una grande storia di fede, di accoglienza e carità. Diamone
anche oggi una sempre più convinta e generosa testimonianza!".
"È il primo Natale che il Signore mi concede di trascorrere in
questa Arcidiocesi e ringrazio perché da tutti mi sento ben
accolto. Voglio ricambiare la vostra benevolenza ricordando e
cercando di mettere in pratica le parole di Gesù "Io sono in
mezzo a voi come colui che serve"".
"Sto cominciando a conoscere la vita di Genova: una città grande
e complessa, con una storia e un presente ammirevoli per
generosità e solidarietà, una città in cui convivono tante
realtà positive insieme a molti problemi". "Comprendo -
continua il messaggio dell'arcivescovo - che mai come quest'anno
il giorno della nascita di Gesù sia invaso da tanta
preoccupazione, da tante difficoltà materiali e spirituali e mi
rendo conto di quanto sia presente il timore per la salute di
ciascuno a causa della pandemia da corona virus". Infatti,
"moltissime persone hanno fatto l'esperienza della malattia e ne
sono guarite; troppe sono decedute" e poi "ci aspettano ancora
giorni di ansiosa attesa prima che arrivi un vaccino - comunque
"in viaggio" - a preservarci dai nefasti effetti della
pandemia".
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