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Al S.Martino di Genova, spreco non usare sesta dose

Al S.Martino di Genova, spreco non usare sesta dose

Si segue comunicazione Aifa. Dirigente, '20% in più è importante'

GENOVA, 29 dicembre 2020, 17:59

Redazione ANSA

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TALY CORONAVIRUS PANDEMIC VACCINATION - RIPRODUZIONE RISERVATA

TALY CORONAVIRUS PANDEMIC VACCINATION - RIPRODUZIONE RISERVATA
TALY CORONAVIRUS PANDEMIC VACCINATION - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Da oggi abbiamo prelevato altri 0,3 millilitri per fiala, per cui è venuta fuori una sesta dose.
    In alcuni casi potrebbe essercene anche una settima, comunque noi per ora siamo testati su sei dosi a flaconcino. E' una procedura assolutamente tranquilla, anzi era uno spreco prima non poterla utilizzare. Eravamo tutti molto dispiaciuti di dover buttare via il refluo non utilizzando una dose in più. Però queste erano le direttive italiane ed europee e noi ci siamo attenuti". Lo racconta all'ANSA Sabrina Beltramini direttore unità operativa Farmacia dell'ospedale Policlinico San Martino di Genova dopo che l'Aifa ha precisato che da ogni flaconcino di vaccino anti-Covid di Pfizer-Biontech è possibile ottenere 6 dosi e non più solo 5.
    Al Policlinico San Martino, ricorda, le vaccinazioni anti-Covid sono iniziate domenica 27 prelevando appunto 5 dosi per fiala.
    "Nominalmente il vaccino era per 5 dosi - ricorda Beltramini -.
    Tutti i farmaci in generale sovrariempiono. In questo caso si è visto che rimaneva nel flaconcino una quantità importante di vaccino. Fino a oggi non lo abbiamo mai utilizzato perché l'Aifa diceva massimo 5 dosi, era scritto ovunque". "Oggi al San Martino sono state fatte effettivamente 84 dosi - racconta Beltramini -. Nel totale delle 320 che ci hanno dato, con solo un giorno in più siamo riusciti a fare 341 dosi. E' una buona cosa vuol dire su 5 averne una in più, su 10 sono 2: è un 20% in più importante".
    Più in generale la preparazione del vaccino Pfizer-Biontech non presenta grandi criticità, rassicura. "Per un farmacista l'allestimento di questo farmaco è molto semplice - dice -. A parte che bisogna fare attenzione di non batterlo forte e il problema del trasporto, che non venga scosso, ma per quello che riguarda la diluizione e la preparazione delle dosi è molto semplice per un farmacista e per un infermiere che è abituato a lavorare con tecnica asettica. Nel nostro ospedale facciamo 200 chemioterapie al giorno, quindi abbiamo una certa manualità - aggiunge -. Ovviamente il problema più grosso di questo vaccino era la conservazione, perché ha richiesto degli hub con dei frigo a -80°C. Anche se devo dire che l'opzione Pfizer per cui integrando il ghiaccio secco può essere conservato 15 giorni nel contenitore originario dell'azienda è una buona cosa. Perché può essere conservato anche non avendo i -80°C. Poi mettendo il flaconcino in frigorifero dura 5 giorni scongelato, per cui per la logistica delle vaccinazioni è importante". "Per ora non ci sono criticità - conclude insomma -. Ci possono essere sui grandi numeri della popolazione e allora bisogna avere un numero di persone esperte nel gestire il vaccino". "Darei un messaggio positivo - afferma più in generale la direttrice dell'unità di Farmacia dell'ospedale ligure -. Noi ci siamo sentiti particolarmente felici il giorno in cui è arrivato il vaccino.
    E' po' la luce per sperare di tornare alla nostra vita normale".
    "Io il vaccino l'ho fatto domenica - racconta -. Sto bene, sono stata meglio di quando ho fatto l'antinfluenzale".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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