Alle tre ipotesi per la nuova diga
da 1,3 miliardi del porto di Genova Ignazio Messina,
amministratore delegato dell'omonima compagnia armatrice e
terminalista, risponde proponendo di unirne due in una nuova,
prevedendo il doppio ingresso delle navi nel bacino di
Sampierdarena, sia da levante che da ponente. "La nuova diga è
un progetto importante per la sopravvivenza del porto" premette
e poi spiega "Ho proposto di unire la soluzione 3 (che prevede
l'imboccatura dal levante, come la 2) e la 4 (imboccatura da
ponente) e fare due bocche nuove, una da ponente e una da
levante. Non sono un ingegnere o un tecnico, toccherà a loro
studiare le fattibilità, ma da 24 anni diciamo che il bacino
del porto storico di Genova ha un problema: ha fisicamente due
entrate ma se ne può usare una sola, quella di ponente è solo
per navi di piccole dimensioni, lo zero virgola qualcosa dei
traffici complessivi. Con le due bocche le navi potrebbero
entrare da ponente fare l'accosto ai terminal e uscire da
levante senza dover fare l'evoluzione completa che richiede
l'ingresso da levante: quindi meno tempo per la manovra, meno
soldi per piloti e rimorchiatori e soprattutto impegni per meno
tempo lo specchio acqueo". Messina ha lanciato l'idea durante la
riunione tecnica con gli operatori portuali, una delle sette
sessioni "private" che si affiancano alle 4 pubbliche (online
per ragioni di Covid) previste dal dibattito pubblico sulla
nuova diga. Ma c'è un altro tema che preoccupa. "Nel dossier è
previsto che fase 2 dell'intervento per la realizzazione della
diga potrà diventare operativa solo se verranno stabiliti nuovi
vincoli aeroportuali - sottolinea Messina -. Significa che resta
il nodo del cono aereo per la vicinanza con l'aeroporto. Se Enac
dirà che le navi non possono entrare o che possono entrare ma
non potranno esserci le gru abbastanza alte da poterle scaricare
non so quando vedremo la fase 2".
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