"Chi sono quelli che stanno fuori
dalla nostra società? Non i poveri, non gli scartati, ma quelli
che emarginano i poveri con freddezza: gli indifferenti stanno
fuori dall'accampamento delle persone che si aiutano e vivono
l'amore di Dio". Lo ha detto Nicolò Anselmi, vescovo ausiliare
di Genova, stamani nella basilica dell'Annunziata.
L'occasione è stata la messa organizzata dalla Comunità di
Sant'Egidio per ricordare Pietro Magliocco, morto per la durezza
della vita in strada e con lui, chiamandoli per nome, decine di
donne e uomini morti per il freddo, gli stenti, le malattie
malcurate. Anselmi concelebra insieme a diversi sacerdoti "amici
dei poveri": padre Nicola Gay, presidente dell'associazione San
Marcellino, don Antonio Lovato, parroco di Bavari, padre Eugene
Muhire, della Comunità di Sant'Egidio, padre Marco Prada della
società per le Missioni Africane. "Oggi - ha detto Anselmi -
riceviamo tutti una missione: quella di contagiare la nostra
città nella solidarietà". Due volontari leggono i nomi delle
persone morte negli anni per la durezza della vita di strada:
sono 150 nomi, un rosario doloroso: Luigi 'artista e narratore',
Livio 'amico toscanoì, Mario, Michela, i bambini rom morti nei
roghi di roulotte e baracche. "Le morti delle persone che vivono
per strada non sono effetti collaterali - spiega Maurizio Scala,
responsabile del servizio ai senza dimora di Sant'Egidio - e non
possiamo abituarci. Ricordarci di loro è una presa di
responsabilità: dobbiamo tutti chiederci che cosa non abbiamo
fatto e che cosa possiamo fare di più"
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