Fino a 12 giorni al mese di lavoro da remoto, con "diritto alla disconnessione", cioè di gestirsi autonomamente i tempi garantendo le otto ore all'interno della fascia 7-20, staccando computer e telefono quando non si lavora. E quando invece si lavora in presenza la postazione in ufficio si prenota con la app, visto che ormai il futuro è sempre più quello delle scrivanie condivise, senza più un ufficio fisso. Il Rina, azienda di certificazione e consulenza ingegneristica in diversi settori, dall'energia ai trasporti, ha firmato con Filt-Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Uil, un accordo sullo smartworking, il primo nel settore, che riguarda oltre 1.600 dipendenti in Italia e potrebbe essere esteso anche negli altri 70 paesi in cui è presente. Per l'azienda si tratta di un passo avanti nella gestione del processo di trasformazione del modo di lavorare avviato 3 anni fa, e accelerato dal Covid.
Tutto il personale con mansioni compatibili sta lavorando da remoto da un anno, e ora c'è anche l'accordo con i sindacati che oltre alla volontarietà dello smartworking (a meno di casi di emergenza come il Covid) introduce, come detto, diritto alla disconnessione e pure il buono pasto per chi lavora da casa. Il Rina sta già riorganizzando gli spazi: la nuova sede di Genova è già pensata per accompagnare le nuove dinamiche e sarà rivoluzionato anche l'head quarter. "Con lo smartworking è cambiato tutto nell'organizzazione del lavoro e c'era la necessità di ricontrattare regole e ridefinire perimetri completamente stravolti dalla pandemia" sottolinea una nota dei segretari di Filt-Cgil, Fit- Cisl e Uiltrasporti Uil.
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