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Caso S. Martino: mio padre contagiato, dove doveva essere al sicuro

Caso S. Martino

Caso S. Martino: mio padre contagiato, dove doveva essere al sicuro

Sfogo di un figlio dopo cluster ospedale con infermiera no vax

GENOVA, 15 marzo 2021, 16:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Abbiamo affidato nostro padre all'ospedale San Martino sicuri di poter affrontare in sicurezza le sue patologie, mentre ora ci ritroviamo questa doccia fredda che ci sta facendo temere il peggio". E' lo sfogo del figlio di uno dei quattordici positivi al covid a seguito del cluster che si è sviluppato in pneumologi all'ospedale San Martino di Genova dove lavorava un'infermiera no-vax. Il figlio di una delle persone coinvolte nel cluster ospedaliero racconta la sua esperienza in un messaggio sulla pagina fb dell'infettivologo genovese Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del San Martino.
    "Penso capisca benissimo il livello di disperazione e sconforto in cui la mia famiglia è piombata. Vorrei esprimere un piccolo pensiero per tutti quelli che servono la comunità. Io stesso faccio un lavoro per il quale sono stato inserito tra le categorie a rischio ed ho avuto l'opportunità di fare il vaccino (Astrazeneca per la precisione). Nonostante possa aver avuto dei timori e la mancanza di certezza di sicurezza/efficacia, ho, penso coraggiosamente, deciso di farlo perché mi fido della scienza". "Confido veramente in lei, nei suoi collaboratori e nelle cure più aggiornate che state portando avanti. Coraggio papà!", scrive il figlio del paziente positivo a Bassetti.
    Il professore risponde: "Io e il team che dirigo faremo di tutto per curare suo papà al meglio".
   

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