Il sostituto procuratore della Dda
di Genova Federico Manotti ha chiesto la condanna a sette anni e
un mese per Giuseppe Bruna, 51 anni, anarchico
insurrezionalista, accusato di avere messo un ordigno
artigianale davanti il bancomat delle poste di spianata
Castelletto.
L'ordigno era stato collocato nella notte dell'8 giugno 2016
da due individui vestiti di scuro ed era composto da una tanica
di plastica da cinque litri riempita di liquido infiammabile,
completo di timer artigianale, una sveglia analogica con una
sola lancetta. La sveglia era alimentata da una batteria da nove
volt collegata a un circuito elettrico di innesco composto da un
bulbo di plastica contenente varie capocchie di fiammiferi.
L'ordigno non esplose per un malfunzionamento.
L'attentato rientrava nella campagna contro i CIE (Centri di
Identificazione ed Espulsione), condotta dai gruppi anarchici in
tutta Italia. Bruna è anche a processo per i plichi esplosivi
inviati ai pm torinesi Antonio Rinaudo e Roberto Sparagna, e
all'allora direttore generale del Dap (Dipartimento
amministrazione penitenziaria) a Roma, Santi Consolo. Venne
arrestato insieme ad altre due persone.
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