Il 23,8% degli stabili a Genova è
stato costruito in aree soggette a rischio esondazione, il 18,6%
in aree soggette a rischio incendio di interfaccia e l'1,95% in
aree soggette a rischio frana. Sono questi i dati emersi dalla
presentazione dei risultati del sondaggio sulla percezione dei
rischi naturali delle persone che lavorano e vivono a Genova
organizzata dalla Protezione civile del Comune di Genova in
collaborazione con l'Università di Genova. Sono 102.623 gli
abitanti genovesi che vivono in aree a rischio alluvione (31.568
civici sui 132.533 totali), 83.349 quelli che vivono in aree a
rischio incendio perché a ridosso di aree naturali (24.766
civici) e 8.740 quelli che vivono in aree a rischio frana.
"Siamo storicamente soggetti al rischio idrogeologico vista
la conformazione del nostro territorio - ha detto il consigliere
delegato alla Protezione civile del Comune di Genova Sergio
Gambino - ma abbiamo anche un rischio di incendi di interfaccia
perché siamo una città immersa nei boschi. Per fortuna il
rischio terremoto è basso, ma abbiamo anche il rischio
mareggiate".
Le risposte dei 1.700 genovesi che hanno partecipato al
sondaggio sulla percezione dei rischi naturali delle persone che
lavorano e vivono a Genova, elaborate e analizzate dai
dipartimenti dell'Università di Genova, indicano come per il 60%
degli intervistati la percezione del rischio tsunami sia molto
bassa, per il 40% il rischio terremoto è considerato "abbastanza
basso" e il rischio incendio di interfaccia è "moderato", mentre
per il 50% il rischio alluvione è valutato come "molto alto".
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