Scarso riconoscimento dell'impegno e degli sforzi profusi sul lavoro da parte dei superiori, arresto dell'ascensore professionale, frustrazione, stanchezza e stress: sono alcuni elementi che pesano come un macigno sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori liguri dipendenti delle imprese del settore del terziario. Questa mattina a Genova, nell'ambito di un convegno organizzato da Uiltucs Liguria, è stata presentata una ricerca relativa allo stress lavoro correlato, condotta su un campione di 500 addetti nel commercio, turismo e servizi a livello regionale. Il campione è stato intervistato nel corso del 2019 e all'inizio del 2020, composto da donne (61%), per metà over 45, a tempo indeterminato (89%) e part-time al 52%. Un aggiornamento su un campione ridotto è stato fatto nel 2021.
Le difficoltà emotive legate al lavoro, emerge nello studio, sono un fattore di rischio aggiuntivo per la sicurezza perché elevano l'infelicità personale e il rischio di depressione.
Dai risultati della ricerca, spiega una nota, si evidenziano anche alcuni aspetti positivi, come, per esempio, la messa a disposizione dei lavoratori, da parte dell'azienda, di adeguati strumenti e materiali di lavoro (Pre covid: 43,7% spesso 18,1% sempre- Nel 2021: 59% spesso, 13,4% sempre). Ma vi è una generale insoddisfazione rispetto al trattamento economico (60% dei rispondenti), al coinvolgimento nell'organizzazione del lavoro (66%), al riconoscimento dell'impegno da parte dei superiori (69%) e alla possibilità di carriera (77%). Alcuni aspetti dello studio accendono un riflettore sulla sfera psicologica: il 34% degli intervistati manifesta sempre o spesso difficoltà emotiva rispetto al lavoro, il 58% si sente sfinito sempre o spesso al termine della giornata ed il 34% si sente sempre o spesso frustrato dal suo lavoro. Quasi la metà degli intervistati (47%) si sono sentiti, molto più del solito e un po' più del solito, costantemente sotto stress. Per il 29% si traduce in un calo di concentrazione sul lavoro. Nelle settimane precedenti l'indagine, il 31% dei lavoratori si sono sentiti molto più del solito infelici e depressi.
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