C'è un uomo che la mattina del 6
maggio 1996 vide una donna fuggire su un motorino da via Marsala
proprio intorno all'ora in cui Nada Cella era stata uccisa
nell'ufficio del commercialista dove lavorava come segretaria.
Il presunto testimone aveva telefonato al 113 intorno alle 12.45
dicendo di avere visto, tra le 9 e le 9.30, una donna con una
giacca color senape fuggire. Gli investigatori della squadra
mobile di Genova, coordinati dal sostituto procuratore Gabriella
Dotto e dal procuratore Francesco Pinto, stanno cercando di
risalire a quel testimone che però quella mattina rimase
anonimo.
Nelle scorse settimane era stato sequestrato un motorino di
quegli anni ad Annalucia Cecere, l'ex insegnante di 53 anni,
indagata per l'omicidio. Secondo gli inquirenti sarebbe stata
lei ad ammazzare Nada perché voleva prenderne il posto sul
lavoro e perché era interessata a Soracco. Sul motorino sono
state trovate tracce compatibili con sangue che adesso sono
analizzate dagli uomini della scientifica. I reperti trovati sul
luogo del delitto sono stati consegnati al genetista Emiliano
Giardina che dovrà estrarne il Dna e compararlo con tutti quelli
prelevati ai vari protagonisti della vicenda.
Dalle indagini è anche emerso che nei mesi successivi
all'omicidio la madre di Soracco aveva detto a una sua amica di
avere saputo che un prete delle Saline aveva ricevuto la
confessione di una ragazza che si auto accusava. L'anziana e il
figlio sono stati sentiti più volte dagli investigatori ma
avrebbero, secondo l'accusa, mentito sui reali rapporti con la
Cecere e per questo sono stati indagati per false dichiarazioni
al pm.
L'ex insegnante, interrogata la scorsa estate, ha negato il
suo coinvolgimento dicendo che quel giorno stava facendo le
pulizie da un dentista a Sestri Levante. L'uomo è stato sentito
dagli inquirenti ma ha spiegato di non ricordare.
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