Tanti applausi, ieri sera, al Carlo Felice per il debutto della "Vedova allegra". L'operetta di Lehar ha richiamato un pubblico finalmente numeroso. "La vedova allegra" è stata presentata in un nuovo allestimento basato su una versione drammaturgica italiana firmata da Luca Micheletti che ha curato anche la regia e vestito i panni del protagonista maschile, il conte Danilo.
Merito principale di Micheletti aver costruito uno spettacolo elegante, misurato, ben equilibrato fra l'ironia e la malinconia, sentimenti che Lehar traduce in una partitura ricca di valzer e di slanci melodici.
Belle le scene di Leila Fteita che secondo l'indirizzo interpretativo di Micheletti, rimandavano continuamente al valzer: un palcoscenico girevole nel primo atto, una giostra nel secondo, a ricordare, appunto il roteare delle coppie nella celebre danza viennese. Simpatiche invenzioni sceniche, anche l'arrivo di Danilo a bordo di una elegante auto d'epoca e di Anna Glawari su un pallone aerostatico.
Se l'aspetto visivo e drammaturgico ha totalmente convinto, altrettanto si può dire per la lettura musicale condotta dallo specialista Asher Fisch con sicuro mestiere ed esiti felici tanto nelle esuberanti galoppate ritmiche quanto nei raffinati momenti lirici.
Inappuntabile il cast Da ricordare un piccolo incidente tecnico che tuttavia non ha compromesso l'esito felice dello spettacolo. Nel secondo atto, prima della scena finale da chez Maxim a sipario trasparente chiuso, mentre l'orchestra offriva una splendida "ricapitolazione" dei principali temi di Lehar, la giostra calava nel piano sottostante ma a quel punto il palcoscenico retrostante avrebbe dovuto avanzare per sostituirsi a quello disceso. Il palcoscenico però si è bloccato e questo ha costretto a una pausa per risolvere il cambio scenico.
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