"L'errore più grande che in questo momento possiamo commettere è quello di pensare di poter tornare esattamente a come eravamo prima della pandemia. Non sarà più possibile. E dobbiamo riflettere ora per capire come organizzare il nostro futuro". Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova è consapevole del ruolo fondamentale che dovrà ricoprire la cultura e in particolare il teatro in quest'epoca terribile che ha portato, in teatro, a una generale, sensibile flessione del pubblico. Noi abbiamo continuato a inventarci di tutto, dal camion itinerante al teatro all'aperto alla mostra al Ducale quando è stato possibile. Una serie di strategie messe in atto con il duplice scopo di far lavorare il mondo del teatro e mantenere un rapporto vivo con la platea. Il Teatro deve sempre più essere una parte attenta e attiva della società".
Il cartellone del Teatro Nazionale appare particolarmente denso. "Abbiamo voluto offrire una grande vetrina del teatro italiano. Attenzione, ad esempio, al teatro militante con il progetto già concluso dedicato al G8. E poi una fitta serie di classici e di personalità forti del nostro teatro". Livermore ha ripetuto spesso che il teatro deve essere in rapporto continuo con il territorio e di questo "ne sono convinto, deve dialogare con l'ambiente in cui opera e essere a disposizione della comunità artistica". Ora "stiamo lavorando per arrivare nella prossima stagione a una idea diversa di sistema teatro. Dobbiamo capire come far parlare in modo nuovo la realtà e il digitale, il consueto modo di fare teatro e le tecnologie che ci possono offrire soluzioni differenti".
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