Il festival di Sanremo Gianni Morandi
lo ha vissuto da artista in gara, solo e in gruppo, da ospite,
da conduttore. Lo ha vinto. Lo ha amato e continua ad amarlo
profondamente. Tanto da tornarci ancora una volta. "In gara,
ovviamente. Perché è più divertente, più stimolante. Lo vivi di
più. E' un palco straordinario", dice collegato dal teatro Duse
di Bologna, per riprendere un discorso (musicale) che si era
interrotto quasi due anni fa a causa della pandemia: sette date
in programma fino al 17 febbraio. "E poi chissà, vedremo quale è
la risposta del pubblico".
Due anni che hanno significato tanto anche per Morandi a
livello personale. "La pandemia ci ha fatto riflettere molto, a
me poi, a marzo scorso, è capitato anche l'incidente che mi ha
costretto 27 giorni in ospedale e di cui porto ancora i segni.
Un po' mi ha cambiato. Ma forse proprio da lì è ripartito
tutto". La voglia di non mollare mai, una telefonata di
Jovanotti per sapere delle condizioni del collega e un brano per
ripartire (L'Allegria), la collaborazione che continua, un nuovo
brano scritto sempre da Lorenzo (che interviene in videochiamata
durante l'incontro) e l'idea di portarlo al festival. "Una
sorta di scossa, di emozione, la voglia di ributtarsi nella
mischia. Apri tutte le porte è una canzone di speranza che
risente della situazione attuale ma con una bella carica che
spero piaccia", aggiunge non nascondendo un certo timore
reverenziale nei confronti dell'Ariston. "Vivo Sanremo con
l'entusiasmo di un debuttante, la tremarella e le mani che
sudano possono venire anche a uno con la mia esperienza. Già ora
mi sento agitato". Il brano è prodotto dal musicista tedesco di
origine turca Mousse T che sarà al fianco di Morandi anche
all'Ariston, come direttore d'orchestra.
In gara troverà l'eterno rivale Massimo Ranieri. "L'Italia da
sempre è fatta di dualismi... Coppi e Bartali, Del Piero-Baggio.
Anche io e Massimo eravamo così, ma alla fine siamo diventati
amici. Al Bano invidioso? Eh, prima o poi faremo quel tour a tre
di cui parliamo da tanto".
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