E' attesa per domani l'udienza in
Cassazione sulla ricusazione del giudice dell'udienza
preliminare di Genova avanzata da alcuni imputati nel processo
sul crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime). Gli
Ermellini potrebbero decidere già domani.
A chiedere al gup Paola Faggioni di farsi da parte sono stati
i legali di otto imputati, tra cui l'ex amministratore delegato
di Aspi Giovanni Castellucci. A loro parere sarebbe stato
violato il principio di imparzialità visto che il magistrato
aveva già espresso un giudizio sul crollo del Morandi in un
procedimento connesso, quello sulle barriere antirumore
pericolose, che vede indagate le stesse otto persone,
procedimento in cui aveva chiesto misure restrittive. La corte
di appello aveva respinto la richiesta sostenendo che le
considerazioni sul crollo erano state "generiche" e gli avvocati
l'avevano impugnata ricorrendo in Cassazione. Se i giudici
dovessero accogliere l'istanza dei legali la corte d'appello
dovrà fissare una nuova udienza per indicare un nuovo gup oppure
per respingere ancora una volta. In questo ultimo caso, allora,
gli avvocati potrebbero impugnare ancora sempre davanti la Corte
suprema.
Intanto l'udienza preliminare è stata rinviata al 28 gennaio
in attesa della decisione. I legali degli imputati avevano
accettato la sospensione dei termini della prescrizione. Le
prime prescrizioni per i 59 imputati, oltre alle due società
Aspi e Spea (che si occupava delle manutenzioni), scatteranno a
ottobre 2023 per l'omissione di atti d'ufficio, mentre i falsi
si prescriveranno a partire da giugno 2024. Secondo l'accusa gli
allora vertici di Autostrade rinviarono le manutenzioni per
spendere meno e garantire maggiori dividendi. Coinvolti anche
gli ex vertici e tecnici di Spea, la società che si occupava
delle manutenzioni e i dirigenti del ministero delle
Infrastrutture e del Provveditorato che non controllarono le
concessionarie.
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