L'allora amministratore delegato Giovanni Catellucci "era un padre padrone dentro Autostrade. Si occupava nel dettaglio di tutto, anche della sicurezza del viadotto Polcevera. Quindi era a conoscenza dello stato dell'opera". E' quanto ha detto il pubblico ministero Massimo Terrile che insieme al collega Walter Cotugno sta illustrando, nell'udienza preliminare, i motivi per cui chiederà il rinvio a giudizio dei 59 imputati, oltre alle due società Aspi e Spea, per il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 morti). Il pubblico ministero ha anche letto alcune intercettazioni tra cui una di Gianni Mion, allora amministratore delegato di Edizione Holding, che controlla Atlantia. Nella telefonata il manager definisce Castellucci un "accentratore forsennato".
Il pm continuerà a parlare domani e giovedì. La settimana prossima invece inizierà il collega Cotugno che si concentrerà sulla parte dei falsi. Secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza gli allora manager non intervennero per evitare costi eccessivi e garantire maggiori dividendi ai soci. Nelle udienze successive parleranno le parti civili, i difensori dei responsabili civili e infine gli avvocati degli imputati.
Legali Castellucci, verità è diversa da quadro pm
"La requisitoria del pubblico ministero appare fondata su opinioni personali raccolte dopo la tragedia del ponte Morandi da persone direttamente coinvolte e quindi non disinteressate". E' quanto affermano in una nota gli avvocati Giovanni Paolo Accinni e Guido Carlo Alleva, legali dell'ex amministratore di Atlantia Giovanni Castellucci dopo l'udienza in cui ha parlato il pm Massimo Terrile. "Il fine ultimo di questa ricostruzione è rendere l'ingegner Castellucci responsabile pur in assenza di prove. La verità dei fatti tratteggia un quadro diverso e diametralmente opposto".
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