Antonino Galatà, ex amministratore
delegato di Spea (la società che si occupava delle manutenzioni
per Aspi), non è stato messo in grado "di partecipare
efficacemente agli accertamenti" perché non è stato indagato fin
da subito e per questo "le perizie sono inutilizzabili". E'
quanto detto in aula, nel corso dell'udienza preliminare per il
crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime),
dall'avvocato Francesco Tagliaferri che difende Galatà. "Capiamo
le emozioni, le suggestioni del momento. Però a un certo punto -
ha sottolineato Tagliaferri - le emozioni e le suggestioni
devono cedere il passo al rispetto di quello che dice la legge e
prima o poi questo avverrà".
Oggi hanno anche parlato le difese di alcuni dirigenti ex
dirigenti del ministero delle Infrastrutture. Secondo i legali
le loro responsabilità non prevedevano l'obbligo di fare
controlli, ma solo la facoltà. I dirigenti, per gli avvocati,
non avevano elementi per valutare lo stato di salute del
Morandi. Sono 59 le persone imputate oltre alle due società.
Secondo l'accusa tutti sapevano che il ponte era malato ma
nessuno fece nulla per ridurre i costi, in modo da garantire
maggiori dividendi ai soci.
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