Annullare il decreto della procura
di Genova che affidava al Comune i bagni Liggia per metterli a
bando e rispettare la direttiva Bolkestein. Lo ha chiesto
l'avvocato Michele Ciravegna che assiste l'ex titolare della
struttura Claudio Galli. I bagni sono al centro, da anni, di una
vicenda giudiziaria destinata anche a fare da apripista in tutta
Italia, dove secondo il gip di Genova Milena Catalano vi sono
17594 stabilimenti balneari che non rispettano la Bolkestein. Il
giudice per le indagini preliminari Riccardo Ghio ha fissato
l'udienza per l'8 aprile.
"Le argomentazioni del pm - si legge nel ricorso - sono
destituite di fondamento e appaiono più come un suggestivo
tentativo di screditare e gettare un cono d'ombra sul presunto
ex concessionario agli occhi del destinatario del decreto di
restituzione (il Comune, ndr)".
"Il provvedimento di dissequestro e di affidamento - continua
il legale - fa cenno ad una richiesta fatta dal Comune in
accordo con l'Agenzia del demanio. Tale circostanza lascia
perplessi posto che parrebbe essere stata sottoscritta da quegli
stessi soggetti che, citando l'ordinanza del tribunale,
'mostrano di avere tollerato per circa un decennio la
consumazione di un illecito penale omettendo di attivarsi nei
confronti dell'odierno indagato e che per il medesimo lasso di
tempo hanno incamerato senza battere ciglio i canoni demaniali".
Il passaggio fa riferimento all'ordinanza del gip Catalano che
aveva ordinato alla procura di indagare sulle concessioni di
tutti i bagni italiani.
Domani saranno più di quattrocento i balneari che, da tutta
la Liguria, parteciperanno a Roma in piazza Santi Apostoli alla
manifestazione indetta da Fiba Confesercenti e Sib contro il Ddl
sulle concessioni demaniali marittime che scadono il 31 dicembre
2023.
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