Gioca d'anticipo il sindaco di
Imperia Claudio Scajola e prima che si arrivi all'eventuale
razionamento energetico, come possibile conseguenza della guerra
in Ucraina, riduce di un grado la temperatura di tutti gli
immobili del territorio comunale. Lo fece anche 16 anni fa
quando scoppiò la prima crisi tra Russia e Ucraina: nel 2006, da
ministro delle Attività produttive firmò un decreto che imponeva
di ridurre la temperatura interna degli edifici di un grado e di
tagliare di un'ora il periodo giornaliero di attivazione dei
riscaldamenti.
L'ordinanza comunale firmata dall'ex ministro prevede una
temperatura massima di 17°C (più 2 di tolleranza) per gli
edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e
assimilabili, e di 19°C (più 2 di tolleranza) per tutti gli
altri edifici. Dal provvedimento sono esclusi gli ospedali, le
cliniche e le case di cura e altre strutture assimilabili, gli
edifici destinati allo svolgimento di particolari attività per
esigenze tecnologiche o di produzione.
"Facciamo tutti un piccolo sacrificio nella consapevolezza
che, se attuato su larga scala, potrebbe comportare grandi
benefici per la comunità - ha detto Scajola -. Per contrastare
la riduzione di approvvigionamento e calmierare l'aumento dei
costi, come Paese siamo costretti a intaccare i nostri stoccaggi
di gas ma non possiamo permetterci di scendere sotto un certo
limite sia per ragioni tecniche che strategiche. Ridurre i
consumi diventa fondamentale e da Imperia vogliamo lanciare un
segnale".
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