Annullare tutto adesso perché il
processo "rischia di essere cancellato in una fase successiva
senza che questo possa essere addebitato se non a quelli che in
concreto sono stati sordi a queste questioni". Così l'avvocato
Giorgio Perroni che insieme al collega Guido Colella difende
l'ex direttore del primo tronco Riccardo Rigacci, indagato
insieme ad altre 58 persone per il crollo del ponte Morandi (14
agosto 2018, 43 vittime). Il legale, nel corso dell'udienza
preliminare, ha chiesto di annullare i due incidenti probatori
(quello sullo stato del viadotto al momento del crollo e quello
sulle cause del disastro) e tutti gli atti successivi,
dall'avviso di conclusioni indagini all'udienza preliminare, per
le continue "violazioni del diritto di difesa". Per l'avvocato
"non sono state messe a disposizione tutte le carte, in una
situazione di evidente sperequazione tra accusa e difesa".
"Spero che il giudice faccia una valutazione attenta e
ponderata - ha concluso Perroni -. E' nell'interesse di tutti,
dell'imputato e soprattutto dei parenti, che hanno avuto il
dolore più grande, vedere un processo definito in tempi brevi ma
anche in modo regolare".
Sono 59 le persone imputate oltre alle due società. Secondo
l'accusa tutti sapevano che il ponte era malato ma nessuno fece
nulla per ridurre i costi, in modo da garantire maggiori
dividendi ai soci. Le udienze andranno avanti ancora fino al 15
marzo con le discussioni di tutti i legali degli imputati.
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