Un accertamento "irrituale" ha
sollevato un polverone al processo d'appello bis nel filone
sulla costruzione e collocazione della Torre piloti, la
struttura abbattuta a maggio 2013 dall'urto della nave Jolly
Nero che causò la morte di nove persone. I giudici della corte
d'appello hanno fatto un sopralluogo in porto la settimana
scorsa, con i mezzi della guardia di finanza, senza comunicare
nulla al sostituto procuratore generale Enrico Zucca e ai
difensori delle parti civili e degli imputati. Il pg ha
sollevato la questione in aula e i legali dei parenti delle
vittime hanno chiesto di spostare il processo in un'altra città.
I giudici si sono riuniti in camera di consiglio e hanno poi
spiegato che non si è trattato di un atto formale e che l'uso
dei mezzi delle fiamme gialle era legato alle autorizzazioni per
entrare in un luogo interdetto perché riservato all'autorità
portuale. Zucca ha insistito nella riapertura dell'istruttoria
dibattimentale mentre i legali valuteranno se ricusare i
giudici. In primo grado era stato condannato a tre anni
l'ammiraglio Felicio Angrisano, ex comandante della Capitaneria
di Porto di Genova. Oltre a lui erano state condannate altre sei
persone tra ex progettisti, datori di lavoro e dirigenti che
approvarono il progetto. In cinque erano stati assolti. Il
processo-bis sulla costruzione era nato grazie alla tenacia
della mamma di Giuseppe Tusa, una delle vittime. La Procura
aveva inizialmente chiesto l'archiviazione ma la donna si era
opposta e il gip aveva ordinato al pm nuovi accertamenti.
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