Il sostituto procuratore Gabriella
Dotto ha chiesto il rinvio a giudizio per i tre indagati per la
morte di Roberta Repetto, l'insegnante di 40 anni a cui fu
asportato un neo sul tavolo da cucina del centro olistico Anidra
di Borzonasca. La donna, che aveva un melanoma, fu curata per
due anni con tisane zuccherate e meditazione e morì a ottobre
del 2020 all'ospedale San Martino di Genova dove era arrivata
ormai in condizioni disperate. L'udienza preliminare davanti al
giudice è fissata per il quattro aprile. L'indagine era partita
dopo la denuncia dei familiari della donna.
I carabinieri del nucleo investigativo avevano arrestato il
'santone' del centro Anidra, Paolo Bendinelli e il medico
bresciano Paolo Oneda. La psicologa Paola Dora, compagna di
Oneda e presente all'operazione, è indagata anche lei per
omicidio. Bendinelli è accusato anche di maltrattamenti e di
violenza sessuale.
L'amministratore delegato Teresa Cuzzolin è stata invece
indagata per circonvenzione di incapace insieme al 'santone'
perché il primo in qualità di "maestro spirituale" e la seconda
come rappresentante di una delle aziende collegate al centro
"abusando delle condizioni di inferiorità psichica" della
Repetto "la inducevano a elargizioni per complessivi 120 mila
euro" in parte a favore del centro Anidra e "in parte a favore
della Cuzzolin".
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Repetto era
stata operata nel centro Anidra, su un tavolo della cucina,
senza alcuna anestesia e senza che il nevo fosse analizzato. La
donna aveva iniziato a stare male pochi mesi dopo ma era stata
curata con tisane e meditazione fino alla morte. La procura,
prima della morte di Roberta, aveva già avviato una indagine
sospettando che la dottoressa Dora indirizzasse ragazze fragili
nel centro dove poi venivano plagiate per partecipare a rapporti
di gruppo, per donare ingenti quantità di soldi e lavorare
gratis per il centro.
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