Il caso del cittadino multato per 300 euro dalla polizia locale genovese dopo essere stato sorpreso dai vigili urbani mentre mangiava seduto sui gradini di un monumento nel centro storico è tornato d'attualità oggi in consiglio comunale con tre diversi articoli 54, ossia interrogazioni a risposta rapida alla giunta, presentate dall'opposizione. A interrogare gli assessori di centrodestra sull'episodio, raccontato sui social dallo stesso cittadino e diventato virale, i consiglieri Alberto Pandolfo (Pd), Stefano Giordano (M5s) ed Enrico Pignone (Lista Crivello). Pandolfo, ripercorrendo passate polemiche come quelle sulle multe ai senza fissa dimora e sull'assenza di un assessore al Sociale, ha chiesto se l'amministrazione sia intenzionata o meno a dotare di panchine quegli spazi dove le persone che amano mangiare all'aperto rischiano di essere multata per assenza di sedute "permesse". Giordano e Pignone hanno chiesto chiarimenti sulla sanzione nei confronti del genovese criticando "una strategia che si limita a sanzionare senza bilanciare le multe con la prevenzione", ha ricordato Giordano. Anche Pignone ha affermato che "i cittadini andrebbero aiutati a conoscere le regole prima di essere multati". Per la giunta hanno risposto l'assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi e alla Sicurezza Giorgio Viale.
Piciocchi ha detto di non voler "cadere nella provocazione e rispondo nel merito: ben venga l'installazione di nuove panchine, ne discuteremo con i municipi". Viale ha contrattaccato rispetto all'opposizione dicendo che in tante grandi città "anche a Parma, la prima governata dai Cinquestelle, nel 2013 si introdusse un'ordinanza anti bivacco".
Viale ha anche dichiarato che, dalle telecamere di videosorveglianza della zona, l'episodio del genovese multato è diverso rispetto a quanto raccontato sui social: "Quell'uomo stava gettando cibo fritto ai piccioni, altri cittadini che si trovavano a bivaccare sugli stessi gradini sono stati invitati ad alzarsi e lo hanno fatto senza essere multati, ma il protagonista della vicenda no".
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