La Fiom contesta la messa in cassa
integrazione del personale impiegato nel ciclo della lavorazione
della latta fermato due giorni fa dalla Asl dopo due incidenti.
"Non possiamo, ancora una volta, non stigmatizzare con fermezza
il comportamento tenuto dalla società - si legge in una nota del
sindacato - e in particolare non si può non stigmatizzare e non
contestare con fermezza la collocazione in cassa integrazione di
tutto il personale occupato nel ciclo della lavorazione della
latta".
"Il collocamento in Cigo e/o in Cigs dei lavoratori è
assolutamente illegittima - prosegue la Fiom - in quanto la
fermata dell'impianto e la chiusura del reparto è dipesa solo ed
esclusivamente dalla mancata adozione da parte della società
delle misure di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro.
E' quasi superfluo rammentare come l'istituto della cassa
integrazione guadagni operi in via di eccezione alla regola
dell'obbligo retributivo con assunzione dello stesso a carico
della collettività e quindi con regole di stretta
interpretazione quanto ai presupposti che danno luogo
all'intervento di garanzia del lavoratore. Nessuna norma
consente il ricorso alla cassaintegrazione per fare fronte a
propri inadempimenti, negligenza o imperizie. Senza contare che
il comportamento tenuto dalla società integra gli estremi di
condotta antisindacale".
"Invitiamo pertanto la società a volere immediatamente
revocare la cassa nei confronti dei lavoratori occupati nel
ciclo della lavorazione della latta a fronte delle prescrizioni
in materia di sicurezza sul lavoro disposte dalla Asl3 in quanto
assolutamente illegittima. Se entro martedì non riceveremo
formale revoca procederemo a tutelare gli interessi degli stessi
nelle sedi meglio viste".
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