Scoperta dalla Digos della questura
di Genova, con la collaborazione dei colleghi di Aosta e della
polizia postale, una banda che generava QR-code per ottenere
falsi green pass. Quattro persone sono state denunciate: si
tratta di due genovesi e due aostani che si erano procurati il
falso certificato e si erano adoperati per farlo avere a
conoscenti. Si tratta di persone tra i 29 e i 51 anni, in
contatto tra loro, tutte occupate, che avevano ottenuto il falso
certificato verde per non avere restrizioni sul lavoro e
accedere ai luoghi dove era richiesto il green pass rafforzato.
Sono accusati di ricettazione, falsità materiale commessa dal
privato in certificati o autorizzazioni amministrative, e uso di
atto falso.
La polizia è arrivata a loro incrociando i controlli ai
green pass dei lavoratori con i dati dell'anagrafe vaccinale.
Gli agenti hanno perquisito le abitazioni dei quattro: sono
stati sequestrati gli smartphone e gli altri dispositivi
informatici, nonché le varie ricevute di pagamento e i
certificati sanitari a disposizione degli indagati.
L'indagine va avanti per individuare i soggetti a capo
dell'organizzazione, che materialmente producono i green pass
falsi, e di individuare le modalità connotate da tecnologia
avanzata attraverso le quali riescono a generare un QR Code
associato al nominativo, tanto da risultare "in regola" in
occasione dei controlli tramite app di verifica.
I quattro si facevano pagare 250 euro a green pass falso, 50
euro era l'acconto per l'operazione che scattava con l'invio dei
dati anagrafici e che veniva saldata con 200 euro al ricevimento
del QR code.
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