E' ucraino e non russo, come
detto in un primo momento, lo yacht "New Vogue", battente
bandiera delle Isole Vergini, sequestrato nel porto di Imperia a
inizio aprile. La notizia era stata annunciata come un sequestro
conseguente alle sanzioni contro gli oligarchi russi decise dopo
l'invasione dell'Ucraina. Poi era emerso che il proprietario è
stato invece sanzionato per il mancato pagamento di Iva per
circa 700mila euro poichè era rimasto in un porto italiano per
oltre 18 mesi. Appartiene a una società ucraina hanno spiegato
oggi in aula i difensori, e il comandante, anche lui ucraino,
non è potuto essere presente perchè è andato a combattere contro
l'invasione russa.
Il colpo di scena sulla proprietà dello yacht è emerso
durante l'intervento degli avvocati Mauro Anetrini del Foro di
Torino e Alessandro Astengo del Foro di Genova. Hanno cercato di
dimostrare come le contestazioni sul mancato pagamento dell'Iva
siano frutto di un'errata interpretazione della legge, essendo
stata applicata la legge sui dazi doganali in una fattispecie in
cui si parla di tributo interno.
Secondo l'accusa le imbarcazioni che restano in Italia per
più di 18 mesi si considerano come importate e pertanto su
quest'ultime va versata l'Iva. "Si tratta di una questione
tecnica - afferma Anetrini -. L' orientamento della Corte di
Giustizia dell'Unione Europea afferma che l'Iva è un tributo
interno e non un'imposta doganale. Quindi non è applicabile la
norma utilizzata dalla Procura per disporre il sequestro". Il
giudice si è riservato per la decisione.
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