E' durata fino alle 4.30 circa, ed
è stata sedata grazie ai rinforzi della polizia penitenziaria di
Genova, la protesta dei detenuti del carcere di Imperia, in
rivolta dal primo pomeriggio di ieri. Tutto sarebbe partito
dalla richiesta di effettuare più videochiamate con WhatsApp,
oltre a quella di essere coinvolti in più attività anche esterne
al penitenziario. "E' stato necessario il supporto dei colleghi
di Genova per chiudere, con non poche difficoltà i detenuti
nelle celle", afferma Fabio Pagani, segretario della Uil
Penitenziaria. Una trentina di detenuti del secondo piano, che
al momento dei fatti erano fuori dalle proprie celle, si sono
rifiutati di rientrare, occupando l'intera sezione. L'agente di
servizio è così uscito dalla sezione, chiudendo i detenuti
all'interno della stessa, in modo che non prendessero il
sopravvento. "Ringrazio il personale della polizia
penitenziaria, che è esausta - conclude Pagani -. In particolare
il supporto degli uomini e delle donne di Genova intervenuti
questa notte per aver gestito con esemplare professionalità ed
equilibrio ore di tensione". A quanto sembra, i detenuti
avrebbero danneggiato il sistema di videosorveglianza, tentando
di accendere qualche fuoco. Avrebbero pure messo le brande nel
corridoio.
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