"Siamo in attesa di capire che cosa succede. Tutti si stanno dando da fare, c'è un grande appoggio, ma per ora non ci sono novità. Hanno già portato via due navi, e il nuovo governo della Repubblica del Donetsk potrebbe portare via anche la nostra. E' un furto legalizzato". Augusto Cosulich, amministratore delegato della genovese Fratelli Cosulich, ha mosso la diplomazia italiana e quella maltese per salvare la sua nave, la "Tzarevna" (bandiera maltese e proprietà italiana, che fa capo alla Vulcania srl, una delle società del gruppo Cosulich) bloccata dal 24 febbraio nel porto di Mariupol con un carico di brame di acciaio in attesa di partire per l'Italia.
Solo due giorni fa la nave sembrava pronta a ripartire, poi è arrivata la notizia della nazionalizzazione delle navi in porto a Mariupol e dei loro carichi.
"Il nostro agente locale ci ha detto che qualcuno si è presentato a nome della Repubblica del Donetsk e avrebbe fatto un'offerta per acquistare la nostra nostra nave, ma ad un valore ridicolo - racconta Cosulich -. Hanno fatto un ricatto, un'offerta che non abbiamo neppure preso in considerazione. Poi in guerra non si capisce quello che è vero o no, è tutto da prendere con cautela. In ogni caso non le comprano le navi, le portano via, è un furto legalizzato". La "Tzarevna" vale 9 milioni di dollari, e trasporta merce per 12 milioni.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA