Tahir Yaseen, considerato il
reclutatore della cellula italiana del gruppo Gabar, il 24
settembre 2020, il giorno prima dell'attentato a Parigi, era a
Ventimiglia e dal ponente ligure faceva spesso la spola. Nel
2019 era stato anche arrestato per favoreggiamento
dell'immigrazione clandestina, nel 2020 segnalato dai francesi
per attività correlate al terrorismo. In un video del 20 aprile
2020 pubblicato da Tahir su YouTube, si vedono 8 persone e tra
loro c'è proprio l'attentatore di Parigi. Il 22 febbraio viene
fermato alla stazione Saint Lazare di Parigi con un coltello
identico a quello usato nell'attentato: viene arrestato e resta
detenuto in Francia fino al 19 aprile. Poi torna in Italia, non
più a Chiavari dove aveva vissuto per cinque anni ma a Fabbrico,
in provincia di Reggio Emilia. E lì "diventa punto di
riferimento di una serie di soggetti, riconducibili al gruppo
Gabar" scrive il giudice.
"Qui in Italia non puoi creare un gruppo come in altri posti e
non puoi fare quello che vuoi, qui se ti scoprono sei fottuto"
diceva Tahir al maestro per spiegare l'attenzione che il nostro
Paese dedica al contrasto al terrorismo ma non per questo pensa
di rinunciare: "Avremo un gruppo Gabar qui in Italia e uno in
Spagna a Barcellona" e "poi troviamo una nostra tana".
Su suoi social tante armi, ma anche video e poesie dove lui,
in prima persona inneggia alla violenza. Tra questi il gip
ricorda il video pubblicato il 15 giugno dove su Tik Tok Yaseen
recita: "Non alzare il piede verso di me perché ti taglio la
gamba. Dici di tagliare le teste alle persone ma non credo che
tu valga così tanto da farlo. Non hai ancora capito con chi hai
a che fare e sei convinto di te stesso ma quando avrai a che
fare con Pardesi (soprannome dello stesso Tahir) la smetterai di
parlare come un pappagallo".
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