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Giudice, casa a stranieri solo dopo 5 anni residenza viola Carta

Giudice, casa a stranieri solo dopo 5 anni residenza viola Carta

Il caso della legge regionale ligure. Atti a Consulta

GENOVA, 10 giugno 2022, 20:28

Redazione ANSA

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Csm: giudice-pm,solo un cambio di funzioni entro 10 anni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Csm: giudice-pm,solo un cambio di funzioni entro 10 anni - RIPRODUZIONE RISERVATA
Csm: giudice-pm,solo un cambio di funzioni entro 10 anni - RIPRODUZIONE RISERVATA

La legge regionale che prevede il requisito della residenza in Liguria da cinque anni per avere una casa popolare potrebbe essere incostituzionale. E per questo il tribunale di Genova ha inviato gli atti alla Consulta.
    Secondo il giudice Francesca Lippi il requisito contrasta con il principio di uguaglianza sostanziale e contraddice la funzione sociale dell'edilizia residenziale pubblica che deve fare riferimento al bisogno delle persone e non alla durata della residenza.
    La vicenda nasce dalla richiesta di un rifugiato politico della Mauritania (assistito dagli avvocati Elena Fiorini e Alberto Guariso di Asgi), regolarmente residente in Liguria da tre anni che aveva chiesto di accedere alle graduatorie per gli alloggi popolari ma ne era stato escluso per mancanza del requisito.
    "Una condizione - si legge in una nota dei legali - che manca non solo agli stranieri, ma spesso anche a molti italiani in cattive condizioni economiche e che hanno perso la regolare residenza a causa di uno sfratto. Identica questione era già stata esaminata dalla Corte Costituzionale nel 2020 con riferimento alla analoga legge regionale della Lombardia e la Consulta già in quella occasione aveva dichiarato l'incostituzionalità della norma".
    L'Asgi aveva sollecitato la Giunta e il presidente del Consiglio Regionale ad attivarsi per un adeguamento legislativo per rimuovere la legge. "Mentre altre Regioni - continuano gli avvocati - si sono adeguate alla pronuncia della Corte modificando la propria normativa, nel caso della Liguria la richiesta è caduta nel vuoto. Così se la Corte Costituzionale dovesse confermare la sua precedente decisione, la Regione sarà tenuta a rivedere le graduatorie ancora aperte e resterà esposta ad eventuali azioni risarcitorie dei soggetti illegittimamente esclusi, con grave danno per l'intera collettività e per la correttezza dell'azione amministrativa".
   

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