"Stiamo negoziando con la
repubblica di Donetsk per cercare di portare via la nostra nave,
purtroppo c'è un problema tecnico ulteriore, quello di una gru
che è stata bombardata e che si trova nel mezzo del canale che
la nave dovrebbe attraversare. Inoltre bisognerebbe effettuare
dei dragaggi ma sono ottimista, la diplomazia tra noi e loro è
avviata, ci si parla, e questo è già una cosa positiva". Prova a
vedere il bicchiere mezzo pieno Augusto Cosulich, amministratore
delegato del gruppo Cosulich sul caso della Tzarevna, una nave
bulk carrier battente bandiera maltese e di proprietà della
compagnia Vulcania, controllata dalla Fratelli Cosulich, la cui
posizione è congelata dall'inizio della guerra in Ucraina nel
porto di Mariupol con un carico di bramme, un semilavorato
dell'acciaio, destinato all'Italia.
"L'equipaggio come noto è in salute, anzi lo abbiamo
rinfoltito in attesa di ripartire e speriamo che questo avvenga
prima possibile", aggiunge Cosulich. "Ma ricordo che questa
vicenda non è niente di importante, sono solo soldi, rispetto
alle cose realmente tragiche come il fatto che questa guerra non
sembra avere una fine e che la gente continua a morire, per
quanto riguarda la nostra nave, mese più mese meno, prima o poi
la liberiamo".
L'ad del gruppo Cosulich spiega anche che l'azienda ha fatto
una stima dei danni: "Il worst scenario è quello di perdere
carico e nave, ovvero un danno stimato in circa 20 milioni, da
lì si può solo migliorare, speriamo di non perdere il carico,
che non ce lo rubino, e che non ci portino via la nave ma poi
siamo imprenditori e gli imprenditori hanno i momenti di buio e
quelli buoni, ma non siamo tipi che molliamo", conclude.
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