La settimana che si è appena aperta
potrebbe essere cruciale per la definizione della prossima
giunta genovese. Una giunta che il sindaco Marco Bucci vorrebbe
avere pronta entro la prima metà di luglio e che, nonostante il
pieno di voti delle liste civiche direttamente legate al primo
cittadino (19.10% di Vince Genova, 4,68% di Genova Domani) non
potrà compilare senza tenere conto delle esigenze dei partiti.
"Dobbiamo durare cinque anni", ha detto più volte in questi
giorni il sindaco con un sorriso a denti stretti. La coalizione
ampia, da FdI a Italia Viva, rischia di essere meno semplice da
tenere insieme soprattutto se si pensa che i primi mesi del
"Bucci-bis" coincideranno con la campagna elettorale per le
prossime politiche. Ed è proprio attorno ai partiti di Meloni e
Renzi che si stanno giocando le prime schermaglie. Fdi, forte di
un 9,34% (rispetto al 5,28% del 2017) chiede due assessorati,
uno dei quali per l'ex consigliere delegato alla protezione
civile Antonio Gambino, e la presidenza del consiglio comunale
da assegnare a Valeriano Vacalebre, esponente di una corrente
diversa da quella di Gambino. Il partito di Meloni chiede che se
mai Italia Viva avrà un assessore non abbia deleghe connotate
politicamente "a sinistra" (il sociale o il lavoro). Per il
sociale, al contrario, è in lizza Francesca Corso, Lega, mentre
la sua collega di partito Paola Bordilli potrebbe vedersi
assegnare la spinosa delega alla Sicurezza. Il Carroccio, che
alle urne ha ottenuto il 6,81%, difficilmente chiederà di più.
Chi invece potrebbe esigere almeno tanto spazio in giunta quanto
Fratelli d'Italia è la Lista Toti, che con il 9.15% punta a
confermare Francesco Maresca allo sviluppo Portuale e almeno a
un'altra delega. Tra gli altri nomi che circolano, anche in base
al responso delle urne, Marta Brusoni, già consigliere comunale,
e Daniele Pallavicini, imprenditore nel settore sociosanitario.
Non sono previste riunioni a breve, segno che acque hanno
bisogno di calmarsi. Sicuramente verso la conferma Pietro
Piciocchi, che dovrebbe tornare vicesindaco, e Matteo Campora,
già assessore ai Trasporti, uomini di fiducia del sindaco. Non è
però escluso che soprattutto il primo possa essere sollevato di
alcune deleghe pesanti con l'ingresso in giunta di tecnici
esterni: in tal senso Bucci potrebbe pescare dal bacino di
professionalità con cui è entrato in contatto nel ruolo di
commissario per la ricostruzione del ponte o dall'ampio
ventaglio dei suoi "saggi", ad esempio il presidente dell'Ordine
degli ingegneri Maurizio Michelini. Possibile esterno anche per
l'Urbanistica, lasciata scoperta dall'architetto Simonetta
Cenci, ma potrebbe anche finire a Mario Mascia (Forza Italia).
Se a Italia Viva dovesse andare la Cultura, magari con Manuela
Arata, non eletta in consiglio ma già collaboratrice di Bucci
per l'organizzazione di Genova Jeans, resterebbero in ballo un
paio di poltrone che, sulla carta, spetterebbero alla galassia
di Vince Genova. Difficile ma non impossibile che possano essere
sacrificate in nome della tenuta della coalizione anche perché
dalla civica sono usciti anche tre dei nuovi presidenti di
municipio (Pozzi al Medio Ponente, Barbazza al ponente e Guidi
alla Bassa Val Bisagno).
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