Una cinquanta di persone, di
associazioni italiane e francesi, ha preso parte nel pomeriggio
ad una manifestazione organizzata da Amnesty International al
valico di frontiera italo-francese di Ponte San Ludovico, a
Ventimiglia, per celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato.
La scelta del luogo, non è stata casuale: la frontiera di
Ventimiglia, da sette anni, come denunciato dagli attivisti, è
chiusa al passaggio dei migranti, che per attraversarla tentano
vie pericolose, rischiando la vita. La sospensione, da parte del
governo francese, dell'accordo di Schengen, fa sì che i migranti
si affidino a passeur, attraversino a piedi l'autostrada o
tentino di aggrapparsi ai treni in corsa. Solo negli ultimi mesi
si contano almeno dieci morti
"Da diverse settimane, passano da noi quotidianamente dalle 80
alle 100 persone e vi sono anche famiglie o donne sole o donne
con bambini" ha detto Maurizio Marmo, della Caritas Intemelia. I
migranti provengono soprattutto da Afghanistan, Iraq e paesi
africani come Sudan, Eritrea e Costa d'Avorio.
Davanti al cimitero di Roverino, a Ventimiglia, i volontari
hanno distribuito 46.890 pasti nel 2021, per una media di 128 al
giorno. Nei primi sei mesi del 2022 sono stati serviti 18.165
pasti: 103 al giorno.
"Siamo qui per chiedere al governo italiano di fermare il
rinnovo automatico del memorandum che l'Italia ha stabilito con
il governo libico nel 2017 e che verrà rinnovato per altri tre
anni a meno che il governo non faccia qualcosa - spiega Andrea
Pasqualetti di Amnesty Liguria -. Chiediamo che non venga
rinnovato perché la Libia non è un Paese sicuro dove poter
rispedire i migranti che cercano di fare la traversata verso il
Mediterraneo. Vengono riportati in centri di detenzione dove
finiranno per essere trattati in maniera disumana. Questo in un
Paese dove i trafficanti sono collusi con le forze jihadiste".
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