È tornata in acqua di fronte a Capo
Mele, la boa meteo marina gestita da Arpal. E' stata collocata a
2,8 miglia dalla costa. Registrerà i dati del Mar Ligure
centrale e di ponente.
"Si tratta di uno strumento altamente tecnologico, che ci
consentirà di avere dati plurimi sull'aspetto dei moti ondosi,
sulla temperatura del mare e sui cambiamenti climatici che
abbiamo di fronte - osserva l'assessore all'Ambiente e
Protezione civile della Regione Liguria Giacomo Giampedrone - e
ovviamente ci deve consentire di immagazzinare il più alto
numero di dati possibile per poter orientare al meglio le nostre
azioni in termini di prevenzione e anche di prevedibilità di
alcuni fenomeni. Oggi rimettiamo in acqua una boa rinnovata, con
la consapevolezza di aver realizzato una serie di interventi di
difesa a mare che superano abbondantemente i 500 milioni di
euro".
Realizzata nel 2012 grazie a un finanziamento di Regione
Liguria, nei mesi scorsi ha visto un completo restyling
tecnologico. La boa sembra quasi una sonda spaziale, una sfera
gialla e nera di due metri di diametro ricca di tecnologia di
altissimo livello, capace di operare in condizioni estreme e
realizzata partendo dagli standard delle esplorazioni
antartiche: è alimentata a pannelli solari, ed è dotata di
strumentazione elettronica per la misura di grandezze
meteorologiche, ondametriche e oceanografiche. La boa misura e
invia con cadenza frequentissima, oraria o meno, dati su moto
ondoso, temperatura della colonna d'acqua, correnti marine,
velocità e direzione del vento, temperatura e umidità dell'aria.
Nei primi anni di attività, nonostante le precauzioni prese
anche con l'aiuto della Capitaneria di Porto, la boa è stata
involontariamente disormeggiata in un paio di occasioni, finendo
una volta addirittura in Sardegna. Tuttavia, ha fornito tutti i
dati della mareggiata più intensa degli ultimi 50 anni, quella
fra il 29 e il 30 ottobre 2018 che, tra l'altro, distrusse il
porto di Rapallo.
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