Speciale salvataggio subacqueo
dell'associazione Marevivo: una squadra di volontari
ambientalisti ha ripiantato un corallo nero di 1,5 metri che era
stato violentemente reciso, probabilmente da una rete o una
lenza da pesca, sul relitto della petroliera Haven, incendiata e
affondata nel 1991 al largo delle acque di Genova. Il corallo,
infatti, si trovava ad una profondità di sessanta metri ed era
cresciuto sulla ringhiera del relitto protagonista del più grave
disastro ambientale del Mediterraneo. La Haven ora rappresenta
anche il più grande relitto del Mediterraneo sul quale, però,
grazie all'incredibile potere resiliente del mare, sono nate
moltissime forme di vita.
Tra queste, appunto, anche il corallo nero, preziosissimo per
l'ecosistema perché è la casa di diverse specie di pesci.
"Quando ci hanno segnalato la presenza di un corallo nero
strappato dal relitto, dove era cresciuto, abbiamo organizzato
l'intervento nel minor tempo possibile" spiega Massimiliano
Falleri, responsabile della divisione sub di Marevivo. "Grazie a
una tecnica sperimentale, già provata con successo in passato,
abbiamo ricostruito la base e ripiantato il corallo. Operazioni
di questo tipo, svolte a sessanta metri di profondità,
richiedono precisione e preparazione e una squadra formata da
più persone".
Il salvataggio è avvenuto grazie alla cooperazione tra gli
otto volontari di Marevivo insieme ai subacquei Roberto Bottini,
Andrea Fattore, Alessandro Geo Ruga, Cristina Freghieri, Stefano
Bruno, Antonella Casareale ed Enrico Ascani. In autunno i sub
torneranno nelle acque liguri per un monitoraggio della crescita
del corallo.
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