Sei telefoni cellulari e mezz'etto di sostanza stupefacente sono stati sequestrati nella Casa circondariale di Marassi dal personale di Polizia Penitenziaria dopo una operazione di intelligence coordinata dalla comandante di Reparto, la dirigente Lucrezia Nicolò, e dal vice comandante, il sostituto Commissario Marco Pugliese. A dare la notizia è Michele Lorenzo, segretario nazionale per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.
I telefoni sono sempre più piccoli e tecnologici ed è molto difficile scoprirli denuncia il sindacato di polizia che chiede i mezzi per contrastare il progresso tecnologico.
"Il personale ha bloccato la sostanza illecita appena lanciata da un ex detenuto dall'esterno del carcere. È sempre grazie all'alta professionalità dei Baschi Azzurri di Marassi che ancora una volta si è riusciti a garantire la sicurezza interna dell'istituto. Oramai anche il rinvenimento di cellulari, così come le aggressioni al personale, sta facendo statistica e senza un immediato intervento dell'amministrazione sarà sempre più difficile garantire la legalità e la sicurezza all'interno dei penitenziari italiani. La pur significativa carenza organica del penitenziario di Genova viene colmata dalla grande professionalità degli uomini e delle donne della Polizia Penitenziaria, che hanno posto in essere questa operazione di polizia che ha portato frutti, assicurando alla legge la punibilità dei reclusi che continuano a commettere reati anche nelle condizioni di detenzione".
"Sulla questione relativa all'utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo" denuncia il Sappe.
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