Una nuova copertura e un nuovo
percorso di visita per la "domus degli affreschi" dell'area
archeologica di Luni. L'intervento di recupero è stato
coordinato dal Ministero della Cultura e realizzato con fondi
Arcus ora Ales SpA. "Per la sua ricchezza decorativa e per la
maestosità, la domus rientra tra gli edifici maggiori della
colonia romana di Luni", ha detto Alessandra Guerrini,
direttrice regionale Musei Liguria. Tra i punti più suggestivi
due giardini, ancora ben visibili: uno è composto da quattro
aiuole circondate da canalette in cui si riversavano gli
zampilli di nove fontane, un altro è delimitato da un basso muro
con piccoli pilastri decorativi e include un ninfeo con fontana,
rivestito di conchiglie.
Estesa su un'area di 1.300 metri quadrati, era un'abitazione
signorile costruita attorno al 70 aC. Deve il nome ai
numerosissimi frammenti d'intonaco dipinto rinvenuti durante gli
scavi: le sue pareti infatti erano affrescate da pitture
ricostruite grazie al recupero dei resti rinvenuti dagli
archeologi. Per i soggetti rappresentati, ispirati al repertorio
figurativo egizio, parte degli affreschi sono indicati come
"Stanza delle Sfingi". Sarà visitabile durante l'orario di
apertura del Museo e dell'area archeologica di Luni.
In questi giorni sono inoltre ripresi gli scavi presso Porta
Marina portati avanti dall'Università di Pisa. Sono state
identificate due domus, costruite intorno alla metà del I sec.
a.C., affacciate sul Cardo Massimo, all'interno di un cantiere
abitato anche in epoca bizantina e longobarda. Ritrovati dagli
archeologi vasellame, anfore e oggetti di ornamento provenienti
da tutto il bacino del Mediterraneo.
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