Un lungo applauso ha accolto sul sagrato della chiesa di Santa Caterina in Portoria a Genova l'arrivo del feretro di Javier Alfredo Miranda Romero, il 41enne peruviano ucciso con una freccia dal 63enne Evaristo Scalco nel centro storico di Genova. Presenti i familiari della vittima dell'omicidio, i cinque fratelli e le sorelle, la figlia 18enne e l'attuale compagna con il figlio avuto da Romero, nato poche ore prima dell'omicidio. In vista c'era qualche bandiera del Perù e i colori bianco e blu dell'Alianza Lima, squadra di calcio di cui Romero era tifoso. Alla cerimonia di esequie, officiata in lingua spagnola da don Angelo Costa, peruviano, anche alcuni cittadini genovesi.
"Quello che è accaduto ha sconvolto la comunità peruviana, che si è trovata di fronte a una tragedia, noi abbiamo grande fiducia nella giustizia e sentiamo forte la solidarietà della comunità peruviana, sudamericana e genovese" ha detto il console del Perù a Genova Carlos Tavera Vega.
Urla ai funerali, 'giustizia per Javier'
"Giustizia! Giustizia per Javier!" sono le frasi urlate alla fine del funerale di Javier Alfredo Miranda Romero dai tanti amici, familiari, conoscenti e membri della comunità peruviana. Alla fine della cerimonia è stato allestito, sul sagrato, a fianco del feretro, un banchetto per un brindisi simbolico alla memoria del 41enne. "Vogliamo brindare con un bicchiere di rum per salutare il nostro amico - hanno spiegato dalla comunità - ma questo non significa che siamo degli ubriaconi, è una tradizione che ci teniamo a portare avanti anche lontani dal nostro Paese". I partecipanti al funerale hanno effettuato molte dirette social e scattato foto del rito e del brindisi finale e le hanno inviate ad altri parenti e amici sparsi in tutto il mondo. "Quello che è successo non deve accadere mai più, a nessuno, sia italiano o immigrato, Javier lascia due figli meravigliosi, è un'ingiustizia che non potremo mai sopportare", le parole di Fanny Romero, una delle sorelle maggiori della vittima dell'omicidio. I funerali sono stati pagati dal Comune di Genova attraverso la controllata Asef.
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