A seguito della pandemia covid "gli
accessi ai servizi di Salute mentale nell'Asl 3 genovese tra
giovani e adulti sono aumentati del 30% e il trend continua, i
giovani inizialmente forse hanno reagito meglio al lockdown in
senso stretto in quanto nativi digitali, ma poi il perdurare
della mancanza del fattore relazionale nutrimento del nostro
cervello ha fatto sì che fossero i più colpiti". E' l'allarme
lanciato dal direttore del dipartimento di Salute mentale
dell'Asl3 Lucio Ghio alla presentazione del progetto di sostegno
psicologico ai giovani post pandemia 'C'è da fare e ascoltare',
iniziativa dell'attore Paolo Kessisoglu e dell'associazione
'Occupy Albaro'.
"Se l'onda pandemica del covid sta diminuendo quella delle
patologie psicopatologiche non dà cenni di calo, nei nostri
reparti vediamo molti 13-14-15enni, ci sono ragazzi ancora più
giovani ricoverati continuamente a causa di gesti
autolesionistici, disturbi del comportamento alimentare, tentati
suicidi, abuso di sostanze, ragazzi che durante la pandemia
hanno perso completamente il loro equilibrio in una fase
delicata della vita reagendo spesso con un ritiro sociale"
spiega il dottor Ghio.
I protagonisti del progetto 'C'è da fare e ascoltare' grazie al
supporto di numerose aziende genovesi e all'aiuto di alcuni
sponsor, hanno raccolto a Feltre in occasione della gara
ciclistica 'Castelli 24 Ore' e tramite donazioni effettuate
online 50 mila euro. L'intera cifra raccolta sarà utilizzata per
un progetto di sostegno psicologico ed educativo per quegli
adolescenti che maggiormente hanno patito le conseguenze del
lockdown e del successivo distanziamento sociale.
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