"Ho fatto mio un consiglio di Pippo
Baudo: 'Ricordati che se farai Sanremo, dovrai occuparti
personalmente di tutto il Festival, ma in maniera particolare
delle canzoni in gara. Le devi scegliere solamente tu e le devi
conoscere a memoria'. E io ho fatto esattamente questo". Così,
partendo da un omaggio all'uomo che più di tutti ha
rappresentato Sanremo, Amadeus racconta i suoi Festival e le sue
scelte. Lo fa in "Sanremo, Italia" di Fabrizio Marini e Ario
Giorgino, ultima puntata di "Storie della Tv", la serie di Rai
Cultura realizzata con la consulenza e la partecipazione di Aldo
Grasso, in onda martedì 22 novembre alle 21.10 in prima visione
su Rai Storia.
Nella puntata Amadeus svela anche come sceglie le canzoni:
"Io credo che a Sanremo debba andare l'attualità discografica e
per fare questo devi partire non dal nome, ma dalla canzone.
Quando io scelgo i brani, penso se quella canzone può avere un
successo radiofonico. Tant'è che le mie scelte avvengono in
automobile. Se uno pensa che io mi chiuda in una sala di
incisione con le casse, no. Io salgo in macchina e scelgo le
canzoni mentre guido e a volte mi faccio anche dei viaggi
apposta per ascoltare le canzoni".
Un pensiero particolare, poi, va a un Festival che Amadeus,
in attesa dell'edizione 2023, definisce storico, quello del 2021
e della pandemia, con il Teatro Ariston vuoto: "E' stato un
Sanremo che passerà alla storia, con Fiorello al mio fianco.
Tutti dicevano - ricorda - che il Festival non andava fatto e io
invece ho sempre pensato fin dal primo momento che andava fatto.
La musica ci teneva compagnia nell'isolamento, non solo la
televisione. Così ho preso spunto da questa pandemia per
cambiare completamente la musica del Festival e portarlo
all'attualità. Portai i giovani a Sanremo: vinsero i Maneskin e
fu un'altra rivoluzione del Festival".
Oltre ai Festival di Amadeus, la puntata racconta la storia
di un vero e proprio rito collettivo per gli italiani, anche con
le testimonianze di Claudio Cecchetto, dello storico
capostruttura di Rai1 Mario Maffucci, del giornalista Gino
Castaldo e dei musicologi Serena Facci e Paolo Soddu.
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