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Rapporto Caritas, a Genova 30mila persone in povertà assoluta

Rapporto Caritas, a Genova 30mila persone in povertà assoluta

Aumentano le persone che si rivolgono alla Caritas

GENOVA, 19 giugno 2024, 14:51

Redazione ANSA

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A Genova sono stimate circa trentamila persone in stato di povertà assoluta, nelle piattaforme dei 34 centri di ascolto della Caritas Diocesana sono registrati circa 4 mila persone, per un totale di oltre 5 mila prese in carico, in aumento rispetto al passato. I nuovi arrivi nel 2023 sono stati il 40% delle presenze con più di 1600 persone che hanno incontrato i centri di ascolto per la prima volta. Sono alcuni dei numeri contenuti nel "rapporto povertà 2023", elaborato dall'osservatorio delle povertà della Caritas Diocesana di Genova, dai quali emerge soprattutto un forte aumento della povertà minorile. "A rivolgersi ai centri di ascolto sono sempre più donne e migranti - spiega Margherita Goretti dell'Osservatorio - e queste persone si portano dietro il bisogno di aiuto di tutta una famiglia. Per un adulto in stato di povertà spesso corrispondono due o tre minori, e se la povertà in totale si conferma al 10% per i minori il dato si attesta al 14%, uno su cinque di loro è in stato di povertà assoluta". L'altro dato rilevante riguarda una democratizzazione della povertà, che colpisce anche le fasce sociali che, fino a quale anno fa, non erano considerate a rischio. "Quello che si nota è che, aldilà delle povertà che conoscevamo, c'è uno scivolamento del ceto medio verso situazioni di povertà - sottolinea Giuseppe Armas, direttore Caritas Genova - perché il potere di acquisto dei salari sta diminuendo, il costo delle utenze, soprattutto relative alla casa, è in aumento, e sono sempre più le persone che si presentano ai nostri centri di ascolto che hanno lavori in regola ma con stile di che non sono più sufficienti a coprire i costi della famiglia". Un quadro che è stato anche al centro di un sondaggio online per comprendere la consapevolezza delle persone in merito a questo fenomeno.
    "Quello che emerge è che c'è una consapevolezza medio bassa - spiega Giulia Pongiglione, dell'Osservatorio -, nel senso che ci sono alcuni aspetti della povertà che sorprendono anche come quantità. Tra le misure proposte dai cittadini per risolvere il problema ci sono il lavoro e, nel caso di marginalità, i sussidi, ma anche la casa o l'accesso ai servizi pubblici".
   
   

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