Dopo la targa intitolata alle 'Lavoratrici del meretricio', apposta nel centro storico di Genova questa è la volta del Diavolo in persona.
Questa mattina
infatti l'area in largo San Giuseppe è stata intitolata 'Antica
creuza (antico viottolo, ndr) do Diao', l'antico nome della
piazzetta, che trae origine da una leggenda del '500.
La leggenda narra che i cittadini evitassero di passare in
quella zona dopo il tramonto per paura dei fantasmi che, si
pensava, abitassero proprio lì.
Numerose testimonianze
raccontano di gemiti tra alberi secolari, spaventosi rumori di
catene, fuochi fatui e ombre spettrali, che inducevano a pensare
di trovarsi in una strada abitata dal diavolo. Un giorno,
finalmente, qualcuno si accorse che i fantasmi e il demonio non
c'entravano nulla: a produrre i rumori e le manifestazioni
"paranormali" erano contrabbandieri e criminali che utilizzavano
tali stratagemmi per allontanare le persone dalla zona e avere
quindi il campo libero per i propri affari. "Questa
intitolazione, fortemente voluta dall'associazione A Compagna,
rappresenta un omaggio alle nostre radici storiche e alla ricca
cultura genovese - ha detto l'assessore ai Servizi civici del
Comune di Genova Brusoni - L'antico nome della piazzetta ci
ricorda una leggenda che testimonia come la paura e i misteri
del passato si intreccino con la vita quotidiana. Attraverso
questo gesto vogliamo preservare la memoria storica, ma anche
ravvivare l'identità genovese".
La toponomastica genovese si era arricchita di una ulteriore
curiosità pochi giorni fa, quando sul muro di un edificio
prospiciente palazzo San Giorgio, sede dell'Autorità portuale di
Genova, in Sottoripa, è stata apposta una targa di marmo
dedicata alle 'lavoratrici del meretricio'. La targa è stata
inaugurata nel 65^ anniversario dall'entrata in vigore della
Legge Merlin con la quale veniva
abolito l'esercizio della prostituzione e le cosiddette case
chiuse. Le lavoratrici del
meretricio cui è intitolata la targa sono quelle che, nel 1300 e
nel 1400, ai tempi della Repubblica di Genova, con le loro tasse
(gabelle dovute di 5 soldi al giorno) contribuirono a finanziare
le grande opere portuali come i moli e le banchine.
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