"Un perdente di successo" è il
titolo della autobiografia che Giorgio Albertazzi pubblicò nel
1988. Ispirandosi a quel libro traboccante di aneddoti, di
ricordi, di poesia, lo scorso anno, nel centenario della nascita
del grande attore, la moglie Pia Tolomei di Lippa ha ideato uno
spettacolo-tributo che ha debuttato nell'estate scorsa alla
Pergola di Firenze e ieri sera è approdato al Teatro Ivo Chiesa.
Uno spettacolo fra prosa e musica che trae spunto appunto
dall'autobiografia e si avvale dell'adattamento scenico di
Mariangela D'Abbraccio, una delle tre attrici protagoniste,
accanto a Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni. Tutte e tre sono
state, in momenti differenti, a fianco di Albertazzi sulla scena
e lo hanno frequentato e conosciuto da vicino. Con loro sul
palcoscenico anche un trio strumentale d'eccezione: Massimiliano
Gagliardi, pianoforte, Gianluca Casadei, fisarmonica e Dario
Piccioni, contrabbasso. Il copione tratto dall'autobiografia
procede per flashes che oscillano tra la vita e l'arte. L'uomo
Albertazzi si mette a nudo ricordando la famiglia, il suo amore
per Bianca Toccafondi, la grande storia di vita e di arte con
Anna Proclemer, l'innamoramento per la giovane moglie Pia. E poi
l'arte con riflessioni che nascono dal suo repertorio (Amleto,
Otello) o da considerazioni sul lavoro di attore. La scrittura è
talvolta ironica, più spesso intrisa di malinconia e di poetico
distacco: "La vocazione non c'è mai stata" scrive a un tratto
l'attore quasi a prendere le distanze dalla sua vita di artista.
Il testo si suddivide fra le tre attrici in un gioco polifonico
che risulta efficace grazie alla "timbrica" differente delle tre
voci, al loro modo differente di raccontare e vivere l'emozione
delle parole. A dare peso ai sentimenti provvede poi anche la
componente musicale con canzoni d'effetto tra le quali "La
valigia dell'attore", "Tu sì na cosa grande", Voglio trovare un
senso" e "Rinascerò" che chiude lo spettacolo coinvolgendo lo
stesso Albertazzi proposto sul fondo del palcoscenico in un
suggestivo filmato. Bravissime le attrici nella prosa, con
qualche imbarazzo, qua e là, nel canto. Applausi calorosi e
meritati.
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