E' iniziato in corte d'assise a
Genova il processo ad Ahmed Mustak, l'uomo di 44 anni accusato
di avere ucciso la moglie Sharmin Sultana (32 anni) e di avere
fatto passare la morte della donna come un suicidio. In aula
sono stati sentiti i soccorritori e alcuni investigatori
arrivati sul posto. Poi il presidente Massimo Cusatti ha
rinviato al 16 gennaio per dare 'incarico a un perito per
trascrivere alcune intercettazioni ambientali e telefoniche che
il pubblico ministero Marcello Maresca ha chiesto di acquisire.
Inoltre dovrà essere valutata dal medico legale l'impossibilità
a testimoniare, in audizione protetta, del figlio più piccolo
della coppia, che ha gravi problemi di salute. La testimonianza
del bimbo, e un suo disegno, erano stati fondamentali per capire
che non si era trattato di un suicidio.
L'uomo, difeso dall'avvocata Vittoria Garbarini, era stato
arrestato un anno fa. Nelle ultime settimane aveva cambiato
versione parlando di una caduta accidentale dopo una lite.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, Mustak vessava
continuamente la donna che usava i social come Tik Tok e voleva
emanciparsi. La morte era avvenuta a marzo del 2023 nel
quartiere di Sestri Ponente a Genova. Secondo quanto raccontato
dai figli di 7 e 10 anni, il padre picchiava spesso la madre.
"Papà si è arrabbiato e ha sbattuto la testa della mamma a
terra" una delle loro drammatiche testimonianze. Sharmin, hanno
ricostruito gli investigatori, aveva anche deciso di cercare un
lavoro ma il marito non era d'accordo.
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