Nell'inchiesta milanese sulla presunta "cupola degli appalti" spunta una sorta di 'archivio' costituito da molti documenti cartacei su cui Sergio Cattozzo avrebbe appuntato in maniera ordinata numeri, date e nomi, ossia una presunta contabilità delle mazzette. Archivio che si aggiunge a tre post-it su cui il politico aveva segnato le cifre delle 'stecche' versate dall'imprenditore Enrico Maltauro. E' quanto ha individuato la pg della Guardia di Finanza selezionando la mole di documentazione sequestrata a casa di Cattozzo lo scorso 8 maggio, giorno in cui l'esponente ligure dell'Udc è finito in carcere assieme all'ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio, all'ex funzionario del Pci Primo Greganti, all'ex senatore del Pdl Luigi Grillo, all'ex manager di Expo Angelo Paris e allo stesso Maltauro.
Già nei giorni scorsi al momento del suo arresto i finanzieri avevano ritrovato tre bigliettini su cui Cattozzo, ritenuto il 'corriere' delle tangenti, aveva scritto le somme pagate dall'imprenditore vicentino: circa 590mila euro in totale tra quest'anno e lo scorso anno. Tre post-it, come Cattozzo aveva confessato al gip, su cui aveva annotato in pratica "la contabilità delle tangenti", con date e percentuali: lo 0.3 o lo 0.5% sul valore delle gare. Ora si è appreso che la Gdf, nell'indagine coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dai pm di Milano Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, ha rinvenuto anche questa sorta di 'archivio' che potrebbe contenere non solo la contabilità delle mazzette già accertate ma anche altre non ancora note a inquirenti e investigatori.
Sarà lo stesso Cattozzo a dover dare chiarimenti su questa documentazione nell'interrogatorio in programma per martedì prossimo davanti ai pm. Tra l'altro, proprio l'ex segretario Udc della Liguria in una intercettazione parlando con Frigerio ed elencando una serie di cifre, lo rassicurava dicendo: "Io ho scritto tutto". Intanto dalle informative agli atti dell'inchiesta viene a galla che la cosiddetta "cupola", che per gli investigatori era organizzata "quasi militarmente", nel settembre 2013, aveva tentato di coinvolgere nei suoi "affari" Riccardo Napolitano, amministratore delegato di Finmeccanica Services Group. Questo "al fine di conseguire importanti vantaggi in termini economici visto che" l'alto dirigente "gestirebbe appalti per miliardi di euro per conto dell'intero gruppo". A dimostrarlo, per la Guardia di Finanza, oltre alcune intercettazioni ambientali, ci sono anche una serie di intercettazioni telefoniche sull'utenza di Cattozzo: "hanno consentito di accertare che nei giorni 23, 25 e 26" settembre 2013, ha avuto "un fitto scambio di contatti telefonici con manager o dipendenti del gruppo Finmeccanica", cui sarebbero seguiti incontri nelle sede del Gruppo in via Monte Grappa a Roma e di Finmeccanica Services Group in via Piemonte, con appunto "Napolitano (incontrato, peraltro, insieme a Primo Greganti) e Giovanni Pontecorvo", attuale presidente di BredaMenarinisus, società del gruppo Finmeccanica, oltre due persone non meglio identificate, tale Gianni e tale Ugo.
Inoltre, si legge in una nota a piè di pagina del rapporto, Cattozzo e Frigerio "avrebbero ricevuto da Napolitano un documento, riportante l'elencazione di tutti i principali settori di servizi affidati da Finmeccanica, agli stessi estremamente utile per individuare i servizi da mettere in correlazione con gli imprenditori amici". Poi, l'ex Dc avrebbe inviato un fax a Napolitano "informandolo del suo interessamento presso importanti figure politiche allo scopo di favorirlo nello sviluppo della sua carriera professionale, invitandolo nel contempo a ricevere tre imprenditori suoi amici in prospettiva di favorirli nell'assegnazione degli appalti". Tra questi, come è emerso dalle conversazioni, "Francesco Marguati - ex sindaco (area Pdl) di Tortona dimessosi nel 2009 - cui fa capo la Sotraf", e di cui Cattozzo stava "perorando assiduamente gli interessi economici".
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