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Taxi Milano: appello sindacati, ora tornate al lavoro

protesta Taxi Milano

Taxi Milano: appello sindacati, ora tornate al lavoro

MILANO, 19 maggio 2014, 08:23

Michela Nana

ANSACheck

La protesta spontanea dei taxi a Milano - RIPRODUZIONE RISERVATA

La protesta spontanea dei taxi a Milano - RIPRODUZIONE RISERVATA
La protesta spontanea dei taxi a Milano - RIPRODUZIONE RISERVATA

"E' il momento di tornare a lavorare". Questo l'appello rivolto ai tassisti di Milano dai loro rappresentanti sindacali dopo l'incontro, in Prefettura, sulla situazione delle proteste della categoria contro Uber, il servizio di noleggio con conducente che permette di chiamare una macchina con una applicazione per smartphone.

Alla riunione in prefettura, a cui hanno partecipato una decina di sigle sindacali, "non si è raggiunto un accordo - ha precisato il segretario di Satam-CNA Nereo Villa - ma il Prefetto ci ha comunicato che il Comitato per l'ordine e la sicurezza ha deciso di rompere gli indugi e non tollerare più la violazione delle norme di legge da parte di tutti, tassisti e noleggiatori".

I sindacati hanno fatto appello "al buon senso dei colleghi per la ripresa del servizio", e hanno precisato "che d'ora in avanti ognuno si assumerà le proprie responsabilità". I tassisti che interrompono il servizio, ha fatto osservare, "commetteranno un reato perseguibile penalmente".

Concetto, appunto, espresso dal Comitato per l'Ordine e la sicurezza che, presieduto dal prefetto Paolo Francesco Tronca, ha fatto sapere che sarà poi intrapresa ''immediatamente ogni attività volta ad identificare e sanzionare le violazioni'', che ''possono rivestire anche carattere penale per i profili di interruzione di pubblico servizio e per quelli di altra natura, che costituiscono i presupposti per l'avvio dei procedimenti amministrativi diretti ad incidere sulle licenze di attività, fino a determinarne la revoca nei casi più gravi''. I tassisti, da parte loro, hanno ribadito scontenti "che alla fine gli illegali siamo noi e non quelli di Uber".

Mercoledì intanto arriverà a Milano il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, per un altro incontro in prefettura con i sindacati dei tassisti: "Al governo - hanno detto i rappresentanti delle sigle sindacali - chiediamo un intervento urgente per aumentare le sanzioni ai noleggiatori con conducente che lavorano contro la legge quadro 21 del 1992". Molti tassisti presenti fuori dalla prefettura, invece, hanno chiesto "che venga chiusa subito l'applicazione Uber, almeno in attesa di avere regole certe perché lavorano illegalmente".

I tassisti milanesi stanno mettendo in atto una protesta spontanea da sabato pomeriggio contro Uber. A scatenare la rivolta, la presentazione di un nuovo servizio della società, Uber Pop, a cui ha partecipato anche l'assessore alla Mobilità del Comune, Pierfrancesco Maran. La notte scorsa si sono verificate anche aggressioni e liti in città, in piazza Duomo e nei pressi della stazione Centrale. Secondo quanto riferito dalla Polizia, un autista di Uber è finito in ospedale dopo essere stato aggredito da due tassisti che l'hanno offeso e colpito con schiaffi.

Mentre in piazza Duca d'Aosta, in zona stazione Centrale, protagonisti sono stati un tassista, che si è finto cliente e un autista Uber che ha provato a investirlo in retromarcia: il tassista è finito all'ospedale Niguarda con una leggera contusione. I tassisti, insieme ai loro rappresentanti sindacali, hanno chiesto poi anche le dimissioni dell'assessore alla Mobilità del Comune, Pierfrancesco Maran, "perchè non ha saputo confrontarsi con noi e tutelare il nostro lavoro", e ieri, in corteo sotto la sede del Comune, glielo hanno ribadito. In serata, in circa 200, hanno infine dato vita a un presidio in stazione Centrale.

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