L'amore può salvare dalle tragedie della vita? Barbara Benedettelli pensa di sì, e cerca di dimostrarlo nel suo libro 'L'amore ci salva, storie di sopravissuti alla vita' (Imprimatur Editore, con una prefazione di Francesco Alberoni). Non una dimostrazione filosofica, semmai una rassegna di esempi tratti dalla cronaca e dal lavoro di Benedettelli come Presidente dell'Associazione per la tutela dei diritti della persona 'L'Italia Vera'.
Un lavoro sempre accanto ai familiari di vittime di omicidio, ingiustizie, fallimenti, che si riflette nel libro: qui l'autrice dialoga con chi, attraverso l'amore per la vita, è riuscito a vincere la perdita di una persona cara, o un proprio handicap o una crisi finanziaria. "Ognuno di loro ci dà prova di come sia possibile uscire dalla notte più nera, se non perdiamo la nostra anima, se non la 'vendiamo' alla vacuità indotta da una società che ha reso un gigante il consumismo", ha spiegato Benedettelli, presentando ieri il suo libro a Milano.
'L'amore ci salva' tocca molti temi dell'etica contemporanea: dalla sopravvivenza alla violenza su un familiare al fine vita, dalla solidarietà in internet ai paradossi del sistema giudiziario (che l'autrice chiama 'squilibrizia'), dal femminicidio alle vittime della crisi, dalla politica lontana dalle persone alla fede come sprone contro l'egoismo. Dalle storie raccolte nel volume emerge come una cultura della vita, sorretta dall'amore e ispirata dalla solidarietà, si contrapponga secondo Benedettelli a una cultura della morte fatta di materialismo, cinismo e indifferenza.
E l'esempio negativo è bilanciato sempre dall'esempio positivo: "Questo libro vuole diffondere speranza nell'oggi e nel domani, scuotere le coscienze". L'amore, secondo Benedettelli, è infatti una potenza reale, capace di cambiare le esistenze delle persone in difficoltà, se queste sono disposte a "scendere dalla superficie nella quale esistiamo per entrare nella profondità di noi stessi".
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